San Siro, in migliaia alla Notte Bianca
E nasce il super graffito allo stadio
Tornei di bigliardino, mostre e writer protagonisti
MILANO - Graffiti, luci, tavoli da calciobalilla, immagini e corsi di educazione stradale. È la seconda volta che lo stadio «Meazza» apre le porte ai cittadini con una notte bianca organizzata da Inter e Milan, in collaborazione con il Comune. Tanti i milanesi che ieri sono andati a rendere omaggio a uno dei templi più amati dello sport italiano. Meno dell'anno scorso, certo. Complice anche il caldo (i cancelli hanno aperto alle 18), i visitatori sono arrivati a gruppetti, anche dalla provincia. Chi per buttare un occhio, chi per entrare sugli spalti vuoti e ammirarli senza il chiasso dei cori, in un silenzio avvolgente. Soddisfatti gli organizzatori: «Abbiamo dimostrato che San Siro non è solo calcio, ma anche cultura e storia».
Grande impegno per la realizzazione dell'evento è venuto dai club. Sia Milan che Inter hanno spinto un progetto che potrebbe essere preludio alla creazione di una cittadella dello sport, la più grande d'Europa, che unirebbe stadio e Ippodromo. E se ieri è passati a salutare anche Milly Moratti, moglie del presidente dei nerazzurri, la serata è stata però monopolio dei più piccoli.Pochi discorsi sugli affari e sui terreni, dunque. Per Pasquale Pacetta, agente di Polizia locale di San Giuliano la notte bianca è stata piuttosto spunto per portare sul piazzale il suo corso di educazione stradale: «Abbiamo fatto palleggiare i ragazzi e i bambini lungo un percorso dotato di segnaletica». Divertente, certo. E mentre si impara a portare la palla si alza la testa per guardare i cartelli e rispettare le regole. Con «un gruppetto arrivato perfino dalla Valle d'Aosta». Gettonata pure la zona del calciobalilla, realizzata dalla federazione italiana. Qui la star, tra sette tavoli da gioco classici e tre più piccoli per i bimbi, è stato per tutto il giorno Francesco Bonanno, campione mondiale paralimpico di calcio da tavolo. Dal mattino presto fino a mezzanotte ha giocato con giovani, anziani, donne e bambini. Difficile sconfiggerlo, ci sono riusciti solo in un paio.
C'era la fila anche su viale Caprilli. Lungo un chilometro di muro oltre duecento writers (tra cui anche qualche ragazza), giunti da ogni parte d'Italia, hanno stappato le bombolette e disegnato di tutto, da graffiti a tema sportivo (calcio e cavalli, in omaggio al vicino Ippodromo) passando per il sociale, fino alle «classiche» tag (le firme), con i milanesi che si fermavano incuriositi. All'interno dello stadio, invece, una cinquantina di artisti di strada (in lista pure Atomo, Flycat, Kayone, Gattonero e Skià), ha decorato i dodici ingressi al terreno di gioco, per un'esposizione che sarà aperta al pubblico fino al 2 ottobre, tutti i giorni dalle 10 alle 18. Al Museo invece, tra i cimeli dei derby storici, si è giocato a pallone su un campo virtuale. Poi, fuori ad ammirare la mostra fotografica di Massimo Siragusa e Lorenzo Cicconi Massi di Contrasto, racconto a due mani e due obiettivi che ha descritto l'architettura e catturato l'anima romantica dello stadio.
All'Ippodromo del galoppo, dopo il tramonto, è stata organizzata una caccia al tesoro e si è potuto cavalcare i pony sulla pista al coperto. A sera, tutti con il naso all'insù per il momento più seguito. San Siro si è colorato di mille luci. Ogni cromia dell'arcobaleno si è riflessa sugli anelli grazie a un impianto da 50 kilowatt. Con il pensiero all'inverno e, come spiega Marco Righi, papà di Eleonora, «la speranza che prima o poi si riesca portare i bambini allo stadio senza avere paura».
Grande impegno per la realizzazione dell'evento è venuto dai club. Sia Milan che Inter hanno spinto un progetto che potrebbe essere preludio alla creazione di una cittadella dello sport, la più grande d'Europa, che unirebbe stadio e Ippodromo. E se ieri è passati a salutare anche Milly Moratti, moglie del presidente dei nerazzurri, la serata è stata però monopolio dei più piccoli.Pochi discorsi sugli affari e sui terreni, dunque. Per Pasquale Pacetta, agente di Polizia locale di San Giuliano la notte bianca è stata piuttosto spunto per portare sul piazzale il suo corso di educazione stradale: «Abbiamo fatto palleggiare i ragazzi e i bambini lungo un percorso dotato di segnaletica». Divertente, certo. E mentre si impara a portare la palla si alza la testa per guardare i cartelli e rispettare le regole. Con «un gruppetto arrivato perfino dalla Valle d'Aosta». Gettonata pure la zona del calciobalilla, realizzata dalla federazione italiana. Qui la star, tra sette tavoli da gioco classici e tre più piccoli per i bimbi, è stato per tutto il giorno Francesco Bonanno, campione mondiale paralimpico di calcio da tavolo. Dal mattino presto fino a mezzanotte ha giocato con giovani, anziani, donne e bambini. Difficile sconfiggerlo, ci sono riusciti solo in un paio.
C'era la fila anche su viale Caprilli. Lungo un chilometro di muro oltre duecento writers (tra cui anche qualche ragazza), giunti da ogni parte d'Italia, hanno stappato le bombolette e disegnato di tutto, da graffiti a tema sportivo (calcio e cavalli, in omaggio al vicino Ippodromo) passando per il sociale, fino alle «classiche» tag (le firme), con i milanesi che si fermavano incuriositi. All'interno dello stadio, invece, una cinquantina di artisti di strada (in lista pure Atomo, Flycat, Kayone, Gattonero e Skià), ha decorato i dodici ingressi al terreno di gioco, per un'esposizione che sarà aperta al pubblico fino al 2 ottobre, tutti i giorni dalle 10 alle 18. Al Museo invece, tra i cimeli dei derby storici, si è giocato a pallone su un campo virtuale. Poi, fuori ad ammirare la mostra fotografica di Massimo Siragusa e Lorenzo Cicconi Massi di Contrasto, racconto a due mani e due obiettivi che ha descritto l'architettura e catturato l'anima romantica dello stadio.
All'Ippodromo del galoppo, dopo il tramonto, è stata organizzata una caccia al tesoro e si è potuto cavalcare i pony sulla pista al coperto. A sera, tutti con il naso all'insù per il momento più seguito. San Siro si è colorato di mille luci. Ogni cromia dell'arcobaleno si è riflessa sugli anelli grazie a un impianto da 50 kilowatt. Con il pensiero all'inverno e, come spiega Marco Righi, papà di Eleonora, «la speranza che prima o poi si riesca portare i bambini allo stadio senza avere paura».
Marta Serafini
03 settembre 2011(ultima modifica: 05 settembre 2011 11:53)
03 settembre 2011(ultima modifica: 05 settembre 2011 11:53)
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