Ebbre di raggi ultravioletti e inconsapevoli delle insidie? Siete in vacanza e volete rimettervi in forma? Rispettate alcune norme salutari. Assumere liquidi prima, durante e dopo l’attività fisica. Ridurre l’intensità di esercizio in casi di forte calura mista a umidità elevata, utilizzando la frequenza cardiaca come guida. Controllare il peso corporeo, assumendo liquidi ripartiti ogni quarto d’ora, se la variazione è maggiore del 3%.
E può capitare il contrattempo: contusioni, strappi muscolari, distorsioni, tendiniti sono il pane quotidiano di quella particolare categoria di atleti che sono i vacanzieri. Che fare? Alcune regole riguardano la traumatologia minore e si rifanno ai fondamentali riposo-compressione-elevazione-ghiaccio, con l’ausilio di antiinfiammatori in linea generale, e di pomate a base di eparina nel caso particolare di ematoma. Nel caso di interessamento della caviglia, il più frequente, la distorsione di secondo e terzo grado con rottura parziale o completa del legamento talofibulare, utile il gambaletto gessato. Sconsigliabile il fai-da-te.
Muscoli e tendini a riposo hanno una temperatura di 36° C e il rendimento migliore si ha a 38° C. Ecco perché si raccomanda il cosiddetto riscaldamento e la progressione nei carichi, concludendo l’attività motoria intensa con esercizi di stretching, che consentano l’eliminazione dei cataboliti formatisi durante il movimento. Nel conto dei traumi da vacanza aggiungiamo anche i crampi, caratterizzati da spasmo muscolare spontaneo, che si accompagna a dolore intenso e che si corregge momentaneamente nell’applicare una forza costante e senza scatti.
In mancanza di aiuto esterno, nei più frequenti crampi del polpaccio, raddrizzare il ginocchio e flettere il piede verso l’alto. Altra evenienza, la lussazione: completa quando i due capi articolari perdono completamente i normali rapporti; incompleta quando esistono ancora contatti fra le due superfici articolari. Le lussazioni più frequenti: quelle della spalla, gomito, anca, mandibola. Il soccorritore non esperto si dovrà limitare a immobilizzare l’articolazione offesa, ricorrendo all’ospedale più vicino ove necessario. Le cause violente possono produrre anche le fratture ovvero l’improvvisa rottura di un osso. Prima regola: immobilizzare il malato e i monconi ossei. Se la frattura è a livello del collo: improvvisare un collare, magari con un giornale, arrotolandolo attorno al collo e fissandolo con una benda o una cravatta.
Spalla e braccio: piegare ad angolo retto il braccio fratturato e sostenerlo con una fasciatura annodata intorno al collo; gomito: mantenere il braccio nella posizione in cui si trovava al momento dell’intervento di soccorso e immobilizzare con una stecca imbottita; avambraccio, polso, mano: porre con delicatezza il braccio infortunato ad angolo retto con il dorso della mano rivolto all’esterno e poi sostenere con una sciarpa intorno al collo, assicurandosi che la posizione delle dita sia più alta di quella del gomito; gamba: immobilizzare tutto l’arto inferiore, utilizzando la gamba sana come una stecca; caviglia e piede: dopo aver estratto la scarpa, immobilizzare le parti in modo da far assumere al piede un angolo di 90° con la parte inferiore della gamba.
Ultima evenienza: i traumi cranici, che possono provocare uno stato d’incoscienza, la cui durata ed entità dipendono dall’importanza delle lesioni cerebrali. Le prime cose da prendere in considerazione: le condizioni generali del paziente, la pressione, i caratteri del polso e del respiro, lo stato di coscienza. Evitare spostamenti della colonna vertebrale, chiamare l’ambulanza.
Detto questo, cerchiamo di goderci la vacanza senza esporsi a inutili pericoli, e andrà tutto bene.
*Specialista Medicina dello Sport
di Roberto Baldi*
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